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Riflessioni sulla giornata internazionale dell’infanzia e dell’adolescenza

Il 20 novembre, è stata la giornata internazionale dell’infanzia e dell’adolescenza: la Convenzione ONU sui diritti del fanciullo compie 33 anni (20.11.1989-20.11.2022). Dall’anno della sua ratifica ha cambiato il nostro ordinamento interno e quello sovranazionale con una forza di penetrazione che ne ha rivoluzionato i paradigmi, ponendo come centrale il criterio di the best interest of the child. Ultima pietra miliare la Riforma Cartabia (l. 206/2021 e d.lgs. 149/2022) che finalmente parifica il trattamento anche processuale dei figli di genitori coniugati e non coniugati e attua un unico processo per le persone, per i minorenni e per le famiglie, che entrerà in vigore il 30 giugno 2023. Con la successiva entrata in vigore anche del Tribunale per le persone, per i minorenni e per le famiglie (previsto per il 2024), si sarà compiuto quel processo di unificazione che eviterà per le situazioni di minorenni e famiglie più fragili e complesse l’intervento spesso anche contraddittorio di più giudici (vedi anche ultima condanna all’Italia da parte di Strasburgo I.M. c. Italia del 10.11.2022). Tuttavia, il cammino dei diritti e delle tutele è ancora lungo: per i minorenni migranti che approdano (quando approdano) nel nostro Paese; per i minorenni vittime di violenza e abuso; per le sempre più ampie fasce di minorenni esposte a povertà assoluta e a povertà educativa crescenti anche nel nostro Paese; per l’abbandono scolastico di troppi ragazzi e ragazze, che finiscono attratte dalla malavita e condannate a marginalizzazione sociale. Per i bambini esposti alle numerose guerre che si consumano nel globo; per le bambine segregate nell’ignoranza da regimi dittatoriali che ne vogliono perpetrare l’emarginazione nell’analfabetismo; per i bambini vittime innocenti anche della migrazione economica, quando migranti arrivano nel nostro Paese e ivi sono con il lavoro nero; per le minorenni costrette da sistemi anacronistici a scelte di vita non condivise e, infine, anche eliminate dalla vita sociale se non fisicamente.

Per questi e tanti altri motivi l’impegno civile degli operatori che si occupano di infanzia e adolescenza, in questo nostro Paese e oltre le frontiere, deve essere vigile e continuo, in una rete solidale che si rinnovi di giorno in giorno, e non solo quando si celebra la giornata mondiale dell’infanzia e adolescenza.

Queste riflessioni sono state redate dell’Avvocato Maria Giovanna Ruo